Canto l'inganno e'l gotha d'ingiustizia
che tanto male fè' a la Gioventude
e condannò lo core mio a mestizia.
Viaggio tremendo dentro la palude
M'appresto a far con spirto battagliero
per render menti di tal frode ignude
Erto e pauroso andrò per lo sentiero
Ma non sarò da solo su pe' i poggi
verrà con me lo capo bianconero
Lo duca rinnegato al giorno d'oggi
maestro di virtute ed uomo grande
Sommo Luciano, maestà sua Moggi.
Subito press'a un fiume il quale spande
le acque sue d'intorno a stagni mossi
vedo lo re di pratiche nefande
“Ahi commissario magno guido Rossi”
lo duca mio con vice che non trema
“Uom nerazzurro dalla pelle agli ossi
di me tu dovrai aver profonda tema
giacchè lo tuo delitto fu si gretto
privo di classe e d'ignoranza emblema.
Decision tua privò de lo Scudetto
la nobile signora bianconera
per regalarlo a lo Biscione abietto
che adesso ostenta sulla sua bandiera
cifra falsata dallo vostro scempio
e senza dignitade ne va fiera
E lo padrone suo, uom' assai empio
loda lo tricolor de l'onestade:
ei, di virtute lo peggior esempio.
E senza gran fierezza e dignitade
se ne va via lo mostro sovrappeso
crudele iniziator d'ogni viltade
Sommo Luciano mi fa meno teso
con l'arte sua di esprimere favella
che mesto fè chi tanto c'avea offeso
e procediamo verso fiera fella
lo cui fantin par perder lo controllo
et indossare toga affatto bella
ahi quanto ci auguriamo noi lo crollo
dentro lo fango colmo di vergogna
che si meriterebbe fin lo collo
“Or dì, se mente mia non sogna
lo nome tuo che molti fa andar pazzi
et auspicar lo viaggio tuo alla gogna”
“Non erri, magistrato son Palazzi
tentai di far giocare Giovantude
col Pizzighetto, punta Libertazzi
e le pretese mie fuor si aspre e crude
da far tremar lo core di milioni
e rendere le pelli loro sude,
bramose di leggere punizioni.
E venne la sentenza forse pia
seguita poi da le legali azioni
che vi spedì ne la cadetteria”.
E non gli basta tempo d'un respiro
che già Luciano privo d'ironia
gioca al nemico periglioso tiro
e dalla sella cade tutt' a un tratto
colpito da lo direttor adiro
E vendica di vita sua lo ratto.
Or ci apprestiamo a lato e stanco giro
Su per lo colle che si pone innanzi
E pare dimandarmi d'esser viro
Non lo Cragnotti, non l'abietto Tanzi
Ci vien incontro mentre si fa sera
Ma de l'umanitade un tra gli avanzi
Marco Tronchetti, conte di Provera
Indegno uomo di madama Afeffa
Centralinista fino l'altra sera
E sommo istigator di nostra beffa
Da che fu spia parziale e 'sai faziosa
E avea trionfato solo in coppa Ueffa
“Uomo villan, di quei che tutto osa
Tu ben ricordi quel che già facesti
e che celasti vergognosa cosa
Onta di lor che fan chiamarsi Onesti
E ne lo loro armadio han tanti morti
Che a fare l'inventario di lor resti
'Fin li calcolatori saria torti
Ma varrà un giorno che farà iustizia
E vostri dì di gloria già son corti
Da che sento 'l profumo di perizia
E di ricorso e sacrosanto appello
Che ridarà a Madama sua divizia”
Lo brizzolato, senza suo drappello
Di uomini malvagi e pravi e gretti
Torna a suo nido come vecchio augello
E continuiamo nella mano stretti
Verso la cima, ultimo a Dio ponte
Mostrando la fierezza de li petti
E giunti su lo picco de lo monte
Già vedevamo gli angeli e gli augelli
E Cherubini e Sante d'alta fronte
E quando già pensiam che tutti i belli
Si siano ormai esauriti a nostra vista
Ecco che appare l'Avvocato Agnelli
De' nostri orgogli primo della lista
E 'nunzia a noi salvifica missione
E santità fa a nostra vita mista
“Lo senso d'esta provvida visione
E' di difendere li sacri nostri scudi
E di sottrarli al viscido biscione
Orsù fate ragioni loro nude
Rendete manifeste vostre prove
Rinascerà con voi beltà dei ludi
Ditelo al Mondo, finchè ancor si move
Ditelo al Mondo, con la man sul cuore
Ditelo al Mondo, sono Ventinove”.
e condannò lo core mio a mestizia.
Viaggio tremendo dentro la palude
M'appresto a far con spirto battagliero
per render menti di tal frode ignude
Erto e pauroso andrò per lo sentiero
Ma non sarò da solo su pe' i poggi
verrà con me lo capo bianconero
Lo duca rinnegato al giorno d'oggi
maestro di virtute ed uomo grande
Sommo Luciano, maestà sua Moggi.
Subito press'a un fiume il quale spande
le acque sue d'intorno a stagni mossi
vedo lo re di pratiche nefande
“Ahi commissario magno guido Rossi”
lo duca mio con vice che non trema
“Uom nerazzurro dalla pelle agli ossi
di me tu dovrai aver profonda tema
giacchè lo tuo delitto fu si gretto
privo di classe e d'ignoranza emblema.
Decision tua privò de lo Scudetto
la nobile signora bianconera
per regalarlo a lo Biscione abietto
che adesso ostenta sulla sua bandiera
cifra falsata dallo vostro scempio
e senza dignitade ne va fiera
E lo padrone suo, uom' assai empio
loda lo tricolor de l'onestade:
ei, di virtute lo peggior esempio.
E senza gran fierezza e dignitade
se ne va via lo mostro sovrappeso
crudele iniziator d'ogni viltade
Sommo Luciano mi fa meno teso
con l'arte sua di esprimere favella
che mesto fè chi tanto c'avea offeso
e procediamo verso fiera fella
lo cui fantin par perder lo controllo
et indossare toga affatto bella
ahi quanto ci auguriamo noi lo crollo
dentro lo fango colmo di vergogna
che si meriterebbe fin lo collo
“Or dì, se mente mia non sogna
lo nome tuo che molti fa andar pazzi
et auspicar lo viaggio tuo alla gogna”
“Non erri, magistrato son Palazzi
tentai di far giocare Giovantude
col Pizzighetto, punta Libertazzi
e le pretese mie fuor si aspre e crude
da far tremar lo core di milioni
e rendere le pelli loro sude,
bramose di leggere punizioni.
E venne la sentenza forse pia
seguita poi da le legali azioni
che vi spedì ne la cadetteria”.
E non gli basta tempo d'un respiro
che già Luciano privo d'ironia
gioca al nemico periglioso tiro
e dalla sella cade tutt' a un tratto
colpito da lo direttor adiro
E vendica di vita sua lo ratto.
Or ci apprestiamo a lato e stanco giro
Su per lo colle che si pone innanzi
E pare dimandarmi d'esser viro
Non lo Cragnotti, non l'abietto Tanzi
Ci vien incontro mentre si fa sera
Ma de l'umanitade un tra gli avanzi
Marco Tronchetti, conte di Provera
Indegno uomo di madama Afeffa
Centralinista fino l'altra sera
E sommo istigator di nostra beffa
Da che fu spia parziale e 'sai faziosa
E avea trionfato solo in coppa Ueffa
“Uomo villan, di quei che tutto osa
Tu ben ricordi quel che già facesti
e che celasti vergognosa cosa
Onta di lor che fan chiamarsi Onesti
E ne lo loro armadio han tanti morti
Che a fare l'inventario di lor resti
'Fin li calcolatori saria torti
Ma varrà un giorno che farà iustizia
E vostri dì di gloria già son corti
Da che sento 'l profumo di perizia
E di ricorso e sacrosanto appello
Che ridarà a Madama sua divizia”
Lo brizzolato, senza suo drappello
Di uomini malvagi e pravi e gretti
Torna a suo nido come vecchio augello
E continuiamo nella mano stretti
Verso la cima, ultimo a Dio ponte
Mostrando la fierezza de li petti
E giunti su lo picco de lo monte
Già vedevamo gli angeli e gli augelli
E Cherubini e Sante d'alta fronte
E quando già pensiam che tutti i belli
Si siano ormai esauriti a nostra vista
Ecco che appare l'Avvocato Agnelli
De' nostri orgogli primo della lista
E 'nunzia a noi salvifica missione
E santità fa a nostra vita mista
“Lo senso d'esta provvida visione
E' di difendere li sacri nostri scudi
E di sottrarli al viscido biscione
Orsù fate ragioni loro nude
Rendete manifeste vostre prove
Rinascerà con voi beltà dei ludi
Ditelo al Mondo, finchè ancor si move
Ditelo al Mondo, con la man sul cuore
Ditelo al Mondo, sono Ventinove”.
(grazie a "Patavino")