A Perugia assolvono i condannati in primo grado del caso Kercher. Si parla di una ventenne sgozzata, non di calcio. Un mio maestro aggiorna Facebook: l'Italia è quello strano paese dove la gente, anziché gridare vergogna agli inquirenti che hanno sbagliato, grida vergogna alla gente che si difende. Sono pochi quelli che si fidano dello stato italiano, di certo non sono comuni cittadini. Lo chiamo stato e non giustizia, perché questa è ancora definita una virtù. Insultare la Bongiorno che fa il suo lavoro e sognare di linciare Knox e Sollecito perché liberi, sono i dettagli del pensiero di sopra. D’altra parte quasi nessuno rivaluta Guede. Quello del rito abbreviato e condannato per concorso in omicidio, che secondo l’appello Knox e Sollecito non hanno commesso. Il sentimento popolare cambia mai la prima idea; è stolto, dicendolo non offendo tutti perché offenderei mai me stesso. Passiamo alla cosa più importante tra le cose meno importanti. A Napoli accolgono le richieste dell’accusa, l’udienza è tolta e la difesa pure. Chi meno e chi più, Teresina con le matte hanno deciso. Casoria le chiamava furbette, le chiamerà come si chiama chi condanna ma non sa che motivazioni stendere. Garantisti, giustizialisti, indifferenti e ignavi, tutti sorpresi: hanno sottovalutato antiche pressioni. Quando il giudice fa capire ai pm che di quel passo non può che assolvere, Narducci e Capuano la ricusano; Casoria barcolla ma non molla, però secondo i magistrati non è più serena per giudicare. Doppio gancio, doppia schivata. Non ero lì, non confermo né smentisco risa o urla nella camera di consiglio. Pare abbiano fatto il tiro alla fune, tre sessi uguali ma due contro una. Sola. Déjà-vu. Ha respinto un memoriale, ha schernito Zeman e si è alterata con Nucini, ha annuito alle richieste di falsa testimonianza della difesa. Trama e intrecci sono roba per maniaci del diritto, quel che resta è il finale. La sentenza si rispetta e si appella. Dopo aver letto le motivazioni, equivalente pre-umorale di “innocente fino a condanna definitiva”. Il Procuratore Capo di Napoli manifesta eroicità: una sentenza giusta “nonostante i tentativi di pregiudicare le indagini, prima con la fuga di notizie e poi con una serie di accuse frutto di immaginazione”. La teoria di Lepore sulla fuga di notizie è lo stop alle indagini, per colpa della pubblicazione preventiva e del sentimento popolare. Alzo le mani se questa è verità: significa che l’inchiesta dura fin quando esce o fanno uscire qualcosa per interromperla. La serie di accuse da immaginazione invece è una roba controversa: il rapporto esclusivo con designatori e gli auguri di Natale; il pranzo a casa e quello al ristorante nel giorno di chiusura; carabinieri ignoranti Coppola e Bergamo e diligenti coi baffi; Fabiani complice svizzero e assolto; magliette in dono e un regalino a domicilio; notai e giornalisti conniventi e pilotaggi impossibili; griglia quasi azzeccata e irrefrenabile desiderio di Collina; ventuno telefonate su tante…Mi fermo solo per non abusare di battute.Lepore non può che smentire la sentenza già scritta e, a proposito delle ricusazioni, parla di caso più unico che raro. Caso unico, vero, ma ha scritto lui al Tribunale dicendo di far abbandonare il processo a Casoria. Piuttosto che circolo vizioso, vizio in circolo. Agli altri la sentenza, a lei le motivazioni. Poco importa se illogiche. Il primo tempo è andato, ma sembra essergli garbato più il pre-partita. Giraudo. L’appello reale è il suo, quello di Moggi va a sfiorare la data Maya. Fine o nuovo inizio.